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Lo so: sono in controtendenza.

Neanche venissimo da un inverno particolarmente freddo o piovoso (voglio dire, a febbraio ci sono stati 25 gradi, ad aprile, 30, eh), c’è una gran voglia di bel tempo, salvo poi volere il fresco che sennò non si respira.

Considerato che il clima non può essere ritagliato sulle nostre esigenze (weekend bello, così vado a lavorare col fresco e me la spasso il sabato mattina) e che di norma si fa bellamente i cazzi suoi, sarà bene farsene una ragione e prendere il bello e il cattivo tempo come viene (non a caso ci sono un discreto numero di detti sull’argomento).

Non ti rendi conto di quanto è bella la pioggia quando non stai un bel periodo senza.

Tipo, una settimana in Egitto, il cielo sempre azzurro tersissimo, molto bello, ma dopo cinque o sei giorni, che coglioni…

Oppure, tipo nel 2003,  che da fine aprile a settembre non s’è quasi vista una goccia d’acqua, e personalmente ci sono stati giorni in cui avrei avuto voglia di scuoiarmi perchè persino la pelle mi faceva caldo.

Sì, lo so.

Sudi dentro l’impermeabile e arrivi in ufficio che sei devastato.

La messa in piega va a farsi fottere immediatamente, 80 euro buttati nel cesso.

I piedi bagnati.

I bambini pure.

I vestiti, sono così poco cool, e gli ombrelli sono armi letali.

 

Con tutto ciò, la pioggia è bellissima. E lo dico mentre penso a quante madonne mi fa tirare quando ho i cacchi miei programmati e me li sputtana, a quante rogne di code interminabili gli automobilisti della mia città sono capaci di organizzare con due gocce, un miracolo alchemico frequentissimo di donne che accompagnano i figli all’asilo distante 300 metri e vecchi col cappello che escono solo con l’umido.

Ma, ehi, è

EMOZIONANTE.

Chi non ha mai messo la prua dell’auto verso un fronte temporalesco con l’autoradio a palla, chi non è mai stato sotto un portico a chiacchierare o fumare con gli amici o con una donna aspettando che spiovesse, chi non ha mai scopato sotto la pioggia, non sa cosa ha vissuto. Ha fatto una vita precotta e confezionata pure male.

E quei weekend malinconici in cui visto che piove hai la scusa perfetta per startene tappato in casa, coi tuoi cari, coi tuoi, o coi tuoi libri, o come cazzo ti pare, e conti le ore, a parte la gioia di poter serenamente impigrire con un plaid attorno alla schiena e un caffè bollente a portata di mano (senza dire del divano), ti resteranno dentro ben più che tante giornate di semplice sole in cui cerchi di prendere dappertutto e poi alla fine non ti resta tempo per te.